Intelligenza Artificiale e Porno
Era il lontano 1950 quando Alan Turing mise a punto il famoso Test, uno dei primi tentativi di misurare il grado di intelligenza artificiale di un computer.
Lo scopo principale del test è quello di determinare se una macchina può dirsi intelligente oppure no. La persona che svolge il test deve porre alcune domande ad un intervistatore e deve capire, sulla base delle risposte fornite, se sta interagendo con un essere umano oppure con una macchina.
Se la percentuale di errore nel gioco in cui partecipa la macchina è simile o inferiore a quella del gioco in cui partecipa l’intervistatore umano, allora il Test di Turing viene superato e la macchina può dirsi intelligente o per meglio dire, senziente.
La questione della distinzione tra “umano” e “artificiale” è quindi annosa e si situa molto indietro nel tempo quando, alla comparsa e alla diffusione dei primi computer, capaci di svolgere compiti paragonabili a quelli svolti dall’uomo, ci si è cominciati a domandare se l’intelligenza artificiale potesse in qualche modo raggiungere, o anche superare, l’intelligenza umana.
Ad oggi l’intelligenza artificiale è in grado di compiere operazioni anche molto complesse che un tempo non avremmo mai ritenuto possibili, ad esempio i social media e il web si stanno popolando di immagini bellissime generate da Dall-E o da poesie scritte da ChatGpt di OpenAi, o ancora da musiche inedite composte tramite da Mubert o Aiva.ai.
(Se sei scettico o semplicemente curioso, cliccando questi link potrai osservare ed ascoltare tu stesso con i tuoi occhi e le tue orecchie: Creare immagini da un testo con l'Intelligenza Artificiale (vincos.it); Poesie e intelligenza artificiale: se ChatGPT fosse Saffo (poetessedonne.it); (3) QUESTA CANZONE É STATA FATTA AL 100% DA UN'IA - Nessun input umano - YouTube.)
Ma, notizia ancora più interessante, i prodotti dell’intelligenza artificiale sono approdati anche ad un altro mercato che, fino a poco tempo fa, era considerato come appannaggio unico dell’uomo: il mercato del porno.
Come leggiamo dall’articolo di M. Basile pubblicato il 13 aprile su Repubblica (link: Il boom del porno fatto con l'Intelligenza artificiale. E i lavoratori del sesso temono di rimanere disoccupati - la Repubblica) su internet stanno spopolando i protagonisti hard “digitali”, la cui comparsa genera un divario tra gli addetti al mestiere: alcuni ritengono che gli avatar non riusciranno a soppiantare gli attori in carne ed ossa ma non sono in pochi coloro che invece sostengono una tesi contraria.
Le case di produzione di film porno infatti stanno ricorrendo sempre di più all’intelligenza artificiale per creare scene di sesso non soltanto realistiche ma anche coinvolgenti, riuscendo a produrre personaggi digitali che però assomigliano molto (troppo?) agli attori ed attrici umani, tanto nell’aspetto fisico quanto nei movimenti.
Inoltre grazie ai suoi algoritmi, l’AI può analizzare i dati degli utenti, a livello di navigazione e di preferenze, utilizzando tali informazioni per confezionare prodotti che siano il più possibile in linea ai loro gusti e ai loro desideri e dunque potenzialmente più gradevoli per il pubblico target.
Se da un lato emerge la preoccupazione che la creazione di scene hard tramite intelligenza artificiale possa in qualche modo rendere più arida la sessualità, è importante considerare che tale tecnologia consente di realizzare prodotti pornografici in ambienti più sicuri per i lavoratori dell’industria del sesso che, purtroppo non sempre, possono lavorare in condizioni adeguate.
È lecito però domandarsi se, rendendosi non più necessaria la partecipazione umana alla realizzazione dei filmati, ciò non possa in qualche modo favorire la creazione di prodotti violenti o pericolosi all’interno dei quali vengano mostrati soggetti che dovrebbero invece essere tutelati e tenuti lontani da tale mondo.
Si pone poi un’ulteriore questione: gli attori e le attrici porno andranno incontro allo stesso destino dei casellanti in autostrada? Finiremo, tra qualche anno, con lo stupirci di fronte alla fruizione di un film hard dove recitano uomini e donne fatti di carne e non di pixel, così come oggi ci appare non dico strana ma un po’ inconsueta la presenza del famoso “omino del pedaggio”?
Ed ancora…saremo in grado, ad orgasmo raggiunto, di determinare se colui o colei che ci hanno accompagnati nell’amplesso sono, per citare Touring, un intervistatore umano oppure una macchina?
Ai posteri l’hard(ua) sentenza…