Un mondo che VIBRA: intervista a Cristina Tedeschi
[di Elisabetta Rossi] Intervista a Cristina Tedeschi, medico chirurgo specialista in Ginecologia ed Ostetricia, PHD in Gynecology and Reproduction University of Maryland nel 1991, Master di Sessuologia presso l’Università di Pisa nel 2011; attualmente lavora presso l’Istituto Il Baluardo di Genova ed è fondatrice ed autrice di www.babeland.it.
Dottoressa Tedeschi, oggi il sesso è un argomento di conversazione pubblica e i sex toys si possono comprare nei negozi specializzati come nei supermercati e in farmacia. Non crede che questo possa essere controproducente perché invece di stimolare la fantasia finisce per inibirla?
«Le fantasie sono un gioco ed un ingrediente fondamentale per una bella sessualità. I sex toys, ormai in vendita anche ai grandi magazzini, possono accrescere e stimolare nuovi giochi erotici che fanno bene alla coppia. Vengono approvati anche nella terapia sessuale dalla Federazione Italiana di Sessuologia. Anche le “fantasie erotiche” pensate o guardate possono stimolare il desiderio e migliorare la sessualità».
Siamo degli animali addomesticati ma pur sempre degli animali: quanto conta l’istinto e quanto la ragione nei giochi di coppia?
«Nei giochi l’istinto e i gusti diversi di ognuno sono fondamentali per lasciarsi andare. Il “sesso non vuole pensieri”, parafrasando il famoso detto. Cosi, meglio creare un'atmosfera ed immaginarsela prima. Desiderare un incontro, fantasticare sulla nostra persona e sull’altra, immaginare il “come e quando” è quasi più importante del rapporto stesso».
Uomini che ricorrono al Viagra a qualsiasi età senza interrogarsi sul perché, donne che fingono orgasmi mai provati: crede che sarebbe utile introdurre l’educazione sessuale come materia d’insegnamento nelle scuole?
«L’educazione sessuale è già stata introdotta nelle scuole ad iniziare dalle elementari. Diversi studi americani hanno dimostrato che l’insegnamento precoce della sessualità migliora la qualità dei rapporti nei ragazzi e soprattutto li consapevolizza e li informa sulla trasmissione di eventuali malattie.
Il Viagra o altri prodotti simili, molto richiesti, migliorano le prestazioni sessuali, ma possono anche non funzionare se prima non si è chiarito il “problema”. Oggi anche le donne, come gli uomini, soffrono spesso e sempre di più di quella patologia che viene definita “ansia di prestazione” e ciò è dovuto all’uso sfrenato di internet e a quella che adesso viene chiamata la cyber-addiction: l’immaginario erotico e quindi le fantasie vengono spesso “castrate” da finte immagini di orgasmi multipli nelle donne ed eiaculazioni a pioggia negli uomini che possono portare anche a frustrazione e paura. Il porno fa bene e può migliorare la sessualità ma con un certo criterio».
Lei cura un blog molto stimolante www.babeland.it. Ci spiega nello spazio di una risposta di cosa si tratta?
«Nel mio sito www.babeland.it si parla di sessualità in maniera giocosa. Per una buona sessualità di coppia scoprire nuovi giochi divertenti, desiderare e conoscere il corpo dell’altro come in un “esplorazione geografica” sono gli ingredienti fondamentali, come il lievito in una torta. Le fantasie sessuali e i toys possono aiutare moltissimo: perché montare la panna a mano se possiamo usare un frullatore elettrico? Nel sito troverete un originale questionario sui gusti sessuali degli italiani. E non solo…».
Umberto Veronesi in un’intervista ha dichiarato: «I bisessuali domineranno l’umanità, la Scienza ha dimostrato che esiste un legame profondo fra stile di vita e pensiero, assetto ormonale e sessualità». Cosa ne pensa?
«La bisessualità è sempre esistita fin dai tempi degli antichi greci ed era considerata una pratica normale. Naturalmente l'enfasi sulla riproduzione ha un pò bloccato questo aspetto. Tuttavia oggi è sempre più diffuso, soprattutto negli under 30, l’essere bisessuali. Stanno comparendo delle figure “ibride” che non vogliono più essere classificate come etero-sessuali. Forse ciò dipende anche dal cambiamento dei costumi: sempre più donne lavorano ed occupano posti di potere e sempre meno uomini si comportano come tali. Questo, nel tempo, comporterà un cambiamento anche a livello ormonale e in futuro potremmo avere cromosomi sessuali mescolati.
Comunque, a qualsiasi indirizzo apparteniamo, è importante vivere una bella sessualità lasciandosi andare e seguendo il propri gusti come a tavola».
Lei è spesso ospite di appuntamenti tra donne, in compagnia di uomini solo se accompagnati o raccomandati, dove si parla di sesso in libertà, come in questi giorni a Genova in occasione di “Un mondo che vibra – Gioco, auto-erotismo e terapia di coppia. (Saper fare)” presso l’atelier erotico di Melanie Brun. In sintesi?
«Melanie Brun, proprietaria di un negozio di intimo-erotico nel centro storico di Genova, organizza degli incontri con psicologi, ginecologi e scrittori per discutere di sessualità durante l’ora degli aperitivi settimanali. Gli incontri sono aperti a donne e uomini selezionati e si discute di desiderio, seduzione e tecniche erotiche. Una “moda” importata dall’estero ma ormai diffusa anche in altre città italiane dove il negozio rappresenta un punto di incontro di esperti per discutere in modo divertente e per accrescere le proprie conoscenze sessuali a 360 gradi.
Si è parlato del punto g, dei vari tipi di orgasmo e, nel prossimo incontro, di vibratori. Strumenti di piacere ma anche di cura che venivano usati in terapia già nell’ottocento a Vienna da alcuni medici dopo le scoperte di Freud sull’isteria».
Infatti, l’oggetto del desiderio femminile ha una sua data di nascita e un suo inventore. A svelare l’incredibile storia del vibratore è il cinema inglese, con Hysteria, film in Concorso nel 2011 al Festival di Roma: sono gli anni 80 dell’800, gli anni della scoperta dei germi, dell’evoluzione medica e soprattutto del proliferare dell’isteria, fino al 1952 considerata dall’istituto psichiatrico americano un disturbo mentale femminile. La scoperta in quel periodo del vibratore, grazie all’intuizione del giovane medico Joseph Mortimer Granville, ha regalato la felicità a migliaia di casalinghe britanniche malate non tanto di ‘isteria’ quanto semplicemente annoiate perché sessualmente attive ma trascurate dai propri mariti.