Il dito che tradisce
I luoghi comuni ma anche le teorie biologiche ci hanno sempre insegnato che gli uomini sono più portati al tradimento delle donne. Non è sempre così! Molti maschi, anche in alcune specie di scimmie, si comportano invece da compagni fedeli e accudiscono la prole.
Anche dalla fiaba del "principe rospo" si intuisce che le donne dovrebbero essere più fedeli dell’uomo: la donzella dopo aver baciato il suo principe gli è fedele per la vita...
Uno studio recente della Oxford University ha cercato di indagare sulle differenze di comportamento uomo-donna rispetto alla tendenza alla promiscuità. I soggetti dello studio erano stati selezionati in base alla loro “fedeltà” con due sistemi:
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Un gruppo tramite un un test sull’orientamento socio-sessuale.
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L’altro, più numeroso, in base al rapporto fra la lunghezza del dito indice e dell’anulare... quest’ultimo è più lungo se maggiormente esposto in utero al testosterone.
Si è evidenziato che in entrambi i casi la curva di distribuzione è “bimodale” per l'uomo, ovvero a cammello (con due gobbe). Per la donna invece la distribuzione è bimodale nel test sull'orientamento socio-sessuale e normale (unica campana) nello studio sulle dita. Quindi, come atteso, la tendenza alla promiscuità è superiore nel sesso maschile per ragioni genetiche, ma la differenza con il sesso femminile non è così grande.
Infatti si trova che gli uomini promiscui sono 57% contro 43% fedeli, mentre le libertine sono superate dalle fedeli in proporzione di 53 a 47. Entrambe queste proporzioni si avvicinano al 50-50. Sembra quindi che promiscuità e fedeltà siano strategie comportamentali discrete, forse dovute a differenze genetiche piuttosto che essere agli estremi di un continuum come lo sono le persone alte a basse. Queste strategie discrete possono essere identificate come un fenotipo, ovvero manifestazioni esteriori di geni che la selezione naturale mantiene nelle generazioni per un migliore adattamanto della specie.
Per l'uomo la spiegazione verosimile è che il potenziale riproduttivo del maschio di ogni specie si limita al numero di compagne che egli insemina, da cui deriva la tendenza alla promiscuità.
Le ragioni del comportamento libertino della donna sono meno ovvie, poichè avere molti amanti non le porterà più figli. La porterà tuttavia ad avere figli con patrimoni genetici diversi e ciò potrebbe costituire un vantaggio. Tali figli potrebbero essere meno vulnerabili a contrarre le stesse malattie o a trasmettersele poiché la predisposizione alle infezioni è in parte determinata geneticamente.
Questo tipo di equilibrio tra comportamenti fedeli e infedeli è conosciuto ai biologi come strategia evoluzionistica nella quale un certo comportamento si rivela più vantaggioso quando è più raro e meno vantaggioso se è troppo comune. I donnaioli hanno successo quando i fedeli sono frequenti e viceversa. Nessuno dei due comportamenti può scomparire o prevalere sull'altro. Questa situazione richiama la branca della matematica detta "teoria del gioco"... Un nome sicuramente appropriato!