Le FASI dell'amore
Nell’articolo precedente abbiamo osservato insieme quali sono gli “ingredienti” perfetti per la “ricetta” dell’amore. In questo articolo andiamo quindi a vedere più da vicino che cosa accade quando, dopo aver spento i fornelli e tolto la pentola dal fuoco, il piatto è servito.
L’amore infatti, come abbiamo già detto, è una faccenda complessa, dove entrano in gioco componenti molto diverse tra loro: aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali si fondono insieme dando origine al sentimento amoroso. L’amore può essere visto non come uno stato, un “luogo” nel quale, una volta raggiunto, si permane in maniera statica, bensì come un processo, fatto di fasi che si succedono l’una all’altra.
Vediamole insieme basandoci sul modello di Schnarch, 1996.
1a fase: la disponibilità. (l’”incontro in aeroporto”) Questa è la fase in cui due persone che si sono incontrate iniziano a sentirsi predisposte alla possibilità di innamorarsi. Questa fase è caratterizzata da apertura mentale a da ricerca di novità ed è quindi governata dall’adrenalina.
2a fase: la simbiosi. (il “decollo”) In questa fase le due persone che si sono conosciute, si sono innamorate. Il partner viene percepito come “perfetto”, come l’uomo o la donna della vita e l’atteggiamento nei confronti del partner è di tipo fusionale e simbiotico. Questa fase è governata dalla feniletilamina.
3a fase: la differenziazione. (l’”atterraggio”) In questa fase, dopo un primo momento di simbiosi, la coppia ritorna alla realtà. Il partner viene percepito non più come perfetto, ma come “reale”, fatto di pregi ma anche di difetti. Iniziano ad essere evidenti le differenze individuali, si esce dal “delirio di perfezione” e ci si incammina verso l’”esame di realtà”. Aspetti del partner che prima erano come invisibili, diventano ora evidenti e spesso compaiono i primi litigi. Questa è la fase in cui molte coppie si dividono giungendo alla conclusione di “essere troppo diversi”.
4a fase: la sperimentazione (l’”escursione in solitaria") Una volta “atterrata”, la coppia inizia a sperimentare il desiderio di esplorare in autonomia. I due partner, sopravvissuti alla fase della differenziazione, sentono l’esigenza di riscoprirsi persone “singole” dopo la lunga fase simbiotica e cominciano quindi a muoversi nuovamente nel mondo non solo come coppia ma anche come individui. Si ricerca il contatto con l’esterno, con il nuovo, ma soprattutto si ricerca l’interazione tra sé stessi e “l’altro”.
5a fase: il riavvicinamento (il “viaggio in due”) Ora che è stato soddisfatto il bisogno di “novità” e di “individualità” di entrambi i partner, le due persone possono nuovamente sperimentare il piacere di essere in due. Ciò avviene perché, parallelamente alla necessità di indipendenza, si manifesta in modo sempre più chiaro la necessità di essere coppia e quindi di condividere, nell’ambito di un legame speciale, le esperienze che ciascuno ha fatto da sé. È questa la fase in cui la relazione si stabilizza e si solidifica perché è stato raggiunto l’equilibrio tra il desiderio di autonomia e il desiderio di intimità.
6a fase: l’interdipendenza (i “compagni di viaggio”) In questa fase, assestato l’equilibrio, le due persone realizzano di essere l’una per l’altro dei veri e propri compagni di viaggio e di avventure. Spesso si va incontro alla realizzazione di un progetto di vita comune, caratterizzato da stabilità e complicità. Questa fase è dominata dalle endorfine che producono un effetto lenitivo e calmante.
Chiaramente si tratta di un modello teorico perché, come sappiamo, la realtà è spesso ben più tridimensionale della carta. Tuttavia la concettualizzazione di queste fasi, se intese come cicliche e quindi potenzialmente ripetibili, può ben rendere l’idea del movimento sinusoidale dell’amore che è fatto di avvicinamenti, allontanamenti, riavvicinamenti e, a volte anche, separazioni.
Ogni esplorazione al di fuori della coppia, ogni ricerca del nuovo, crea una minaccia alla relazione solo se l’equilibrio tra intimità ed autonomia è instabile e precario, infatti se il famoso sgabello di cui abbiamo tanto parlato è ben piantato a terra, ciascun partner si sentirà libero di esplorare per poi far ritorno alla coppia, alla sua base sicura, dove portare insieme a sé anche il “nuovo” di cui ha fatto esperienza.