Sesso VIRTUALE

Nel 1993 un film porno intitolato "Virtual Sex" raccontava la storia di un attrezzo speciale, la "Lovemaker-2000", una macchina high-tech che consentiva ogni genere di godimento con la semplice selezione del programma preferito. Chi non si accontentava dell'auto erotismo poteva collegare alla macchina occhiali speciali che mettevano in comunicazione con uno o più partner e permettevano amplessi di coppia o multipli.

Un rapido salto in avanti nel tempo e la fantascienza porno degli anni '90 è ampiamente superata dalla tecnologia dell'oggi. Il Museum of Sex di New York dedica ampio spazio al sesso virtuale con la mostra "Universe of Desire" ispirata al libro A Billion Wicked Thoughts (un miliardo di cattivi pensieri) di due neurologi, Ogi Ogas e Sai Gaddam, che ci rivelano che su 400 milioni di ricerche Internet 55 milioni sono di natura erotica (una su otto). Il sesso si discute in web chats, si messaggia con il "sexting", si fa davanti a web cams per il fruitore di turno. Il vecchio sesso telefonico degli anni 80 e 90 si è digitaliazzato su Internet ed è cresciuto di volume in maniera esponenziale.

Ma la tecnologia progredisce a ritmi incredibili: ora che tutti sono connessi via Internet e smartphone, le applicazioni di sesso virtuale si evolvono con velocità impressionante. Secondo l’amministratore delegato di Sparks & Honey Terry Young, infatti "entro due-tre anni apriranno dei sex shop specializzati in teledildonics". Ovvero, giocattoli sessuali controllati a distanza da computer, smartphone e tablet, appunto. Come RealTouch. Creato da un ex ingegnere della NASA, permette di fare “sesso interattivo” con una persona dall’altra parte della tastiera, grazie a una parte modellata sull’anatomia maschile a un’altra modellata su quella femminile. Abbinate alla webcam, catturano le sensazioni date dal partner grazie a una tecnologia simile a quella dei touchscreen, trasmettendosele reciprocamente. Oppure OhMiBod, un dispositivo che si applica alla biancheria intima e che può essere controllato da un altro utente via bluetooth e tramite una app specifica, impostando una vibrazione che dovrebbe imitare il tocco di un vero essere umano.

E che dire dei Google Glass, i famosi occhiali che permettono di collegarsi a Internet, fare ricerche, condividere video ovunque e con un semplice comando vocale? Secondo gli esperti del settore, ovvero i produttori di porno, i Google Glass e dispositivi simili sono il futuro dell'industria porno, sia dal lato produzione che dal lato fruizione. Ma non solo porno: una recente applicazione per Glass che si chiama "Sex with Glass" permette all'utente di vedere sui Glass quello che vede il partner durante l'amplesso, e anche quello che vede un iPhone collegato ai Glass della coppia. Il tutto viene registrato e messo a disposizione online per un tempo limitato, per potersi rivedere ed eventualmente condividere con amici. Insomma tutti possono diventare porno star anche se solo per se stessi!

A detta di un recentissimo studio intitolato "The Future Of Relationshiprealizzato dall’agenzia di comunicazione americana Sparks & Honey in collaborazione con il già citato Museum of Sex di New York, i recenti passi da gigante nella realtà aumentata, negli studi sull’intelligenza artificiale e nell’interattività legata ai videogame porteranno le persone ad "attaccarsi e sviluppare sempre di più relazioni con le loro apparecchiature hardware e software". Questo già accade ad esempio in Giappone, dove un articolo della BBC descrive gli "Otaku" ovvero uomini che amano i manga e i computer al punto da innamorarsi delle ragazze virtuali di un gioco Nintendo chiamato Love Plus. Innamorati veri, che portano la "ragazza" al parco e le comprano una torta per il compleanno. Accade anche nel film "Her", in uscita a Marzo, dove un uomo si innamora di un sistema operativo avanzato con la voce suadente di Scarlett Johansson.

Ma l'ultima, inquietante, frontiera del sesso virtuale è il matrimonio fra umani e robot: l’esperto di scacchi e robotica inglese David Levy ne è assolutamente convinto. Già nel 2007 scriveva nel suo libro "Love And Sex With Robots" che a partire dal 2013 uomini e robot avrebbero cominciato ad avere relazioni sessuali, per poi arrivare a sposarsi nel 2050. Previsione confermata da un recente sondaggio dell’edizione Usa dell’Huffington Post, secondo cui il 9% degli americani sarebbe già pronto a fare sesso con un robot. Come Roxxy, "il primo androide sessuale del mondo", secondo l’azienda americana che la produce, True Companion, a cui si è da poco aggiunta anche una versione maschile, chiamata Rocky. Dotata di intelligenza artificiale avanzatissima, è in grado di interagire con il suo proprietario/amante, che potrà scegliere tra cinque personalità diverse. Anche qui viene in mente il cinema, e in particolare una pellicola come A.I. - Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg, in cui Jude Law interpretava Gigolo Joe, un attraente androide creato per fornire prestazioni sessuali.

Certo il rischio di dimenticare le relazioni umane fra tante possibilità tecnologiche esiste e lo vediamo con i nostri adolescenti che passano sempre più tempo davanti al computer piuttosto che con gli amici. Data la rapidità del cambiamento è difficile prevedere dove si arriverà...