Erotismo e calligrafia

Presi alla lettera - ci si può eccitare per un corsivo, si può impazzire per le grazie o per un maiuscolo, per le curve di una elle - è la branca del fetish chiamata "grafofilia", originata in Giappone. quando le donne erano dietro i paraventi e gli uomini dovevano immaginare le loro fattezze solo dalla calligrafia.

La prima volta che vidi la calligrafia di mio marito, qualcosa mi fece tremare. Erano quasi tutte maiuscole (tipiche di chi vuole comandare), scrittura dritta anche nella pagina senza righe (segno di personalità lineare), tratti robusti in verticale e leggere connessioni fra le lettere. Fui subito attratta da lui. Presto ne fui travolta. Non era solo per la bellezza della sua calligrafia: ero eccitata alla sua vista.

Già da adolescente avevo mostrato sprazzi di grafofilia. Se dicevo: «Che bella calligrafia», intendevo che mi ero eccitata. Le “grazie”, ad esempio, mi fanno venire i brividi. Un corsivo delicato ma solido, mi fa girare la testa. Mi fa bagnare uno scritto enfatico e autoritario. La calligrafia ha una natura personale, perciò io, come altri grafofili, ne siamo attratti. Non è solo un modo per trasmettere informazioni, è una finestra per capire come funziona la mente di una persona, uno sguardo nella sua intimità. Posso immaginare come sia una persona, semplicemente leggendola.

Guardare qualcuno mentre scrive, è arrapantissimo. Si dice che il fetish sia nato in Giappone, e che “hiragana”, un corsivo giapponese molto arrotondato, sia il riflesso del curvilineo corpo femminile. Questo sistema di scrittura era usato in poesia, nelle lettere d’amore e nei libri erotici. Per molto tempo le donne giapponesi rimasero nel mistero. Per parlare con uomini che non appartenessero alla loro cerchia familiare, dovevano nascondersi dietro un paravento o dietro le tende. L’unico indizio sulla loro personalità, era proprio la scrittura, perciò la calligrafia fu feticizzata dagli uomini, diventando estensione della donna.

La grafofilia trovò accesso nella cultura pop con il romanzo “Blankets”, di Craig Thompson, dove i due innamorati comunicano tramite lettere, dal flirt si passa al climax, alla contemplazione di una L o di una F, alla masturbazione sulla pagina bianca. L'opera ha abbattuto i confini tra la letteratura scritta e quella disegnata. E ancora, nel 2014 è uscito il libro “Graphofilia” di A. E. Saachi. E’ un argomento presente in molta letteratura erotica on line.

[da Playboy di Jennifer Billock, con la collaborazione di Elisabetta Rossi]